

LA SCENA DEI RAGAZZI
STAGIONE TEATRALE PER LE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI 2015/2016
Anche per l’edizione 2015/16 de ” La scena dei ragazzi”, la rassegna teatrale destinata alle scolaresche delle Scuole secondarie di 1° e 2° grado della provincia di Lecce, realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese in collaborazione con Factory Compagnia Transadriatica, abbiamo più sedi.
Oltre al Teatro Paisiello di Lecce, dove, grazie all’impegno ormai consolidato del Comune di Lecce, verrà presentata la maggior parte degli spettacoli, la rassegna fa tappa anche in un altro teatro storico, il piccolo gioiello del Teatro Comunale di Novoli, sede della residenza artistica della compagnia e dove avranno luogo alcuni appuntamenti.
La rassegna prenderà l’avvio proprio a Lecce con SE IL DIAVOLO PORTA IL CAPPELLO, lettura musicata dal vivo tratta dal romanzio di F. Silei con le bravissime Daria Paoletta e Nunzia Antonino accompagnate dalla muisca dal vivo, una riflessione profonda sulla shoah del popolo zigano, non meno dolorosa di quella ebraica.
Lo spettacolo è previsto il 25 e 26 gennaio proprio in occasione della giornata della memoria.
Si prosegue con LA BISBETICA DOMATA di W. Shakespeare (al Paisiello di Lecce dal 2 al 6 febbraio) dove da toni leggeri e divertiti della commedia a tutti nota, esaltati dall’uso preponderante della rima e della musica, si svela pian piano, una natura più inquietante ed oscura: la scelleratezza dell’indifferenza, la crudeltà del rifiuto dell’altro perché diverso da sé, la violenza non solo psicologica sulla donna capace di piegare anche il carattere più forte come quello della bisbetica.
A Novoli il 15 e 16 febbraio la compagnia Armamaxa in ORLANDO Furiosamente Solo Rotolando tratto da“ HRUODLANDUS Libera Rotolata Medioevale” di Enrico Messina e Alberto Nicolino messo in scena e raccontato da un grande affabulatore come Enrico Messina dove all’essenzialità della scena si contrappongono la ricchezza ed i colori delle immagini evocate.
Sempre a Novoli il 2 e 3 marzo il ritorno di un cult della compagnia Factory ROMEO E GIULIETTA che in una grande festa del sud s’interroga ancora sul rapporto genitori e figli, sull’odio e l’amore e il flusso ineluttabile del destino.
A Lecce il 21 e 22 marzo è la volta dello spettacolo SENZA VOCE Storia di Ciccilla, Briganta sì e santa no, di Valentina Diana, con Silvia Lodi e Leone Marco Bartolo, la storia di una donna, una briganta, la briganta Ciccilla, all’epoca dell’Unità d’Italia, una parentesi su un altro grande fenomeno della storia del meridione, il brigantaggio che affronteremo anche con l’intervento di un docente dopo lo spettacolo.
Un altro personaggio chiave della XX secolo Antonio Gramsci, rivive nella memoria di Fabrizio Saccomanno (che abbiamo apprezzato negli anni scorsi per lo splendido spettacolo sulla tragedia di Marcinelle, Via e per Iancu) il 4 aprile a Lecce in scena con GRAMSCI ANTONIO detto NINO.
Il 5 e 6 aprile un classico della letteratura inglese con una versione molto apprezzata e ben recitata di FINALE DI PARTITA di Samuel Beckett con Roberto Negri delle Officine dinamo di Roma.
Il 18 aprile il racconto comico e avvincente del mito di AMORE E PSICHE con la straordinaria Daria Paoletta capace da sola di evocare dei e mortali e di spiegarci il mito come qualcosa di sorprendentemente umano e vicino.
Chiude la rassegna un lavoro bello e importante CAPATOSTA della compagnia teatrale Crest di Taranto che ha sede proprio a pochi metri dalle ciminiere dell’Ilva e proprio di questo ci parla questa storia, una storia di coraggio, di lotta di ricerca della verità e giustizia con due bravissimi interpreti Gaetano Colella e Andrea Simonetti.

Se il diavolo porta il cappello
Teatro Paisiello - 25-26 gennaio 2016
01.12.2022
Compagnia Burambò ( Foggia)
SE IL DIAVOLO PORTA IL CAPPELLO
Lettura musicata dal vivo a cura dei Duca Tortuga
dal romanzio di F. Silei
di e con Daria Paoletta e Nunzia Antonino
Disegno luci Raffaele Scarimboli
Violino Elena de Bellis, Percussioni Marco Pugliese, Chitarra Andrea Marchesino, Clarinetto Gianluigi Valente
Le attrici Daria Paoletta e Nunzia Antonino hanno creato una performance di lettura tratta dal romanzo di Silei.
A seguito di un'accurata selezione, i brani scelti fanno luce e pongono una riflessione profonda sulla shoah del popolo zigano. Per molti anni si è parlato del popolo ebraico nei Lager nazisti e si è parlato troppo poco dei Rom.
Silei dona voce ad un racconto autentico attraverso il personaggio di Salem, un uomo zigano che il 2 agosto 1944 si trovava ad Aushwitz insieme a suo fratello gemello. Per non dimenticare l'incredibile storia vera degli esperimenti del dottore tedesco Josef Mengele, soprannominato l'angelo della Morte, fatti sui bambini gemelli.
Due corpi e due voci, due leggii e quattro musicisti, clarinetto, violino, chitarra e percussioni, accompagneranno per circa un'ora il pubblico ad immaginare uno dei momenti più discussi della nostra storia.
Durata: 60 minuti
tecnica utilizzata: reading teatro musicale
età consigliata: dai 13 anni

La Bisbetica Domata
Teatro Paisiello dal 2 al 6 Feb 2016
01.03.2023
Factory Compagnia Transadriatica (Lecce)
LA BISBETICA DOMATA
di William Shakespeare
con Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Franco Ferrante, Antonio Guadalupi, Filippo Paolasini, Luca Pastore, Fabrizio Pugliese, Fabio Tinella
musiche Paolo Coletta
scene Roberta Dori Puddu realizzazione scene Luigi Conte, Dario Rizzello
costumi Lapi Lou luci Davide Arsenio
regia Tonio De Nitto
Questa e' la storia di Caterina, di sua sorella Bianca e di un intero villaggio.
Questa e' la storia di un villaggio che ha ferito e svenduto un bene prezioso.
Questa e' una storia che avrebbe potuto essere una favola.
Caterina l'inadeguata, la non allineata e' la pazza per questo villaggio. Dietro di lei, spigolosa, ma pura e vera, un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di capricci lontani dall'amore, di burattinai e burattini non destinati a vivere l'amore, ma a contrattualizzarlo.
La nostra Caterina non sta a questo gioco e come in una fiaba aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, un nuovo inizio che suo malgrado potrà costarle molto più di quanto immagini.
Ed ecco che la commedia si fa favola nera, grottesca, più contemporanea forse, nel cinico addomesticamento che non è molto diverso dallo spietato soccombere.
Factory ritorna ad affrontare Shakespeare dopo le felici prove del Sogno e di Romeo e Giulietta, insistendo ancora una volta su una lettura corale e visionaria dove la musica e la rima concorrono a restituirci una sorta di opera buffa, caustica e comicamente nera.
durata: 90 minuti
tecnica utilizzata: teatro d’attore
età consigliata: dai 13 anni

Orlando furisosamente rotolando
Teatro comunale di Novoli - 15 e 16 febbraio 2016
02.23.2023
Armamaxa Teatro (Foggia)
ORLANDO
Furiosamente Solo Rotolando
tratto da“ HRUODLANDUS Libera Rotolata Medioevale”
di Enrico Messina e Alberto Nicolino
messo in scena e raccontato da Enrico Messina
collaborazione alla messa in scena Michela Sapienza
Camicia bianca, una tromba e uno sgabello: è tutto quel che serve per raccontare le vicende dei paladini di Carlo Magno e dei terribili saraceni. All’essenzialità della scena si contrappongono la ricchezza ed i colori delle immagini evocate: accampamenti, cavalieri, dame, duelli, incantagioni, palazzi, armature, destrieri... Un vortice di battaglie ed inseguimenti il cui motore è sempre la passione, vera o presunta, per una donna, un cavaliere, un ideale.
Reale trasporto o illusorio incantesimo? Sono solo storie. Storie senza tempo di uomini d’ogni tempo, in cui tutto è paradosso, iperbole, esasperazione.
Riscoprire il piacere della fabulazione e della fascinazione della parola, il senso di ascoltare delle storie e di ascoltarle assieme ad altri. Arte un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata.
Ecco perchè l'Orlando Furioso di Ariosto, che proprio dall’arte dei cantastorie prese linfa per diventare alta letteratura; ed ecco perchè il travolgente racconto che ne ha fatto Italo Calvino insieme a stralci di immagini “rubate” ad altri suoi libri come “Il Cavaliere Inesistente”.
Così le parole dei canti e delle ottave di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri- suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti. Nell'appassionante lavoro di scrittura alcuni episodi sono stati ripresi, altri rielaborati, altri completamente inventati com'è nell'essenza stessa dell'arte di raccontare
“...Una fondamentale differenza divide gli eroi di queste storie... Ci sono quelli costruiti di pasta fatata, che più gli fioccano addosso colpi di lancia e spada e più si temprano, come se tanto ferro giovasse alla loro salute; e ci sono quelli, non meno nobili e valorosi, che essendo costruiti di pasta umana ricevono ferite che sono ferite vere e ne possono morire...” Italo Calvino
durata: 60 minuti
tecnica utilizzata: teatro di narrazione
età consigliata: dai 12 anni

Romeo e Giulietta
Teatro comunale di Novoli - 2 e 3 marzo 2016
05.28.2023
Factory Compagnia (Lecce)
ROMEO E GIULIETTA
Adattamento e traduzione Francesco Niccolini
Regia Tonio De Nitto
Con Lea Barletti, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Luca Pastore, Andrea Simonetti, Fabio Tinella.
Scene Roberta Dori Puddu Costumi Lucia Lapolla Luci Davide Arsenio
Assistente alla regia Paola Leone
Romeo e Giulietta è chiedersi quanto i genitori amino veramente i figli, quanto possano capirli, quanto invece non imparino a farlo troppo tardi.E’ un gruppo di famiglia sbiadito e accartocciato dal tempo, una foto che ritrova vigore e carne per poi consumarsi e scolorirsi di nuovo, le morti innocenti, i desideri irrealizzati e la capacità di sognare che non può esserci tolta.
Romeo e Giulietta sono due adolescenti di una comitiva che si cancella per sempre nel tempo di un paio di giorni. Cinque cadaveri adolescenti che occupano la scena alla fine di tutto: cinque cadaveri e nessun motivo valido per morire, farsi uccidere o, peggio, darsi la morte. Sono il vuoto lasciato, il segno della tragedia che ha sconvolto una comunità e che non sarà mai rimosso.
"Ho pensato che la sola cosa che potessi fare era mettere al servizio dello spettacolo un esperimento guascone e incosciente: non accontentarmi di adattare una traduzione esistente a una compagnia di sei attori, ma ritradurre adattando, e farlo in rima, così come nell'originale shakespeariano. Più un'intuizione di Tonio: scrivere i dialoghi dei due innamorati non in rima, ma nella prosa più semplice e piana possibile. Una grandissima idea, perché l'amore che ti fulmina non ha bisogno delle regole e delle forme che servono per relazionarsi con il mondo, soprattutto quel mondo ostile e vigliacco nel quale prevalgono violenza e arroganza. Tutto è gioco, tutto è capriccio, il ritmo e il tono scherzosi, la storia spesso comica, fino a prova contraria, fino al sangue versato, fino alla morte dei compagni di gioco, fino al rimpianto più feroce e alla colpa. E’ questo il motivo per cui amo tanto Romeo e Giulietta: perché racconta la colpa più grave di cui noi essere umani ci macchiamo e che subiamo allo stesso tempo, la soppressione dell'infanzia e dell'adolescenza. Una soppressione che tutti piangono, perché tutti siamo stati ragazzi e poi tutto è finito. Non c’è niente da fare, ci ricorda Shakespeare, la giovinezza morirà per tutti. A noi trovare un modo, un miracolo, perché non muoia. Allora impariamo le parole d’amore di Romeo e quelle di Giulietta, impariamole a memoria, par coeur, come dicono i francesi, ché è più bello". (Francesco Niccolini)
durata: 105 minuti
tecnica utilizzata: teatro d’attore
età consigliata: da 12 anni

Senza Voce
Teatro Paisiello - 21 e 22 marzo 2016
01.01.2020
Principio Attivo Teatro (Lecce)
SENZA VOCE
Storia di Ciccilla, Briganta sì e santa no
di Valentina Diana.
con Silvia Lodi e Leone Marco Bartolo
regia Silvia Lodi
consulenza alla regia Giuseppe Semeraro
musiche dal vivo Leone Marco Bartolo
costumi Cristina Mileti, Sandra Tognarini
luci Otto Marco Mercante
opere in scena Antonio De Luca
Questa che noi raccontiamo è la storia di una donna, una briganta, la briganta Ciccilla, all’epoca dell’Unità d’Italia.
Non è una combattente, non ha un ideale e non combatte dietro nessuna vera bandiera. Una vittima, soprattutto.
Ecco, direi che si potrebbe dire così: questa è la storia di una vittima del fatto di essere donna in un mondo in cui le donne avevano principalmente il dovere di stare zitte ed obbedire agli uomini, ai genitori, alle autorità, a Dio e ai santi.
Ciccilla, non una martire o un’eroina volontaria. Una persona. Una femmina mezza barbara, selvatica, una povera crista, una che non sa né leggere né scrivere, una che, non trovandola da nessuna parte, si fa una giustizia sua, ci prova e (naturalmente) non ci riesce.
La sua storia è la storia di una guerra contro troppe cose, è la storia di una guerra ad armi impari, persa in partenza ma senza una resa.
La storia di Ciccilla è la storia di un tentativo di far restare umane cose e persone schiacciate dai libri di storia.
durata: 55 minuti
tecnica utilizzata: teatro musicale
età consigliata: dai 13 anni

Gramsci Antonio detto Nino
Teatro Paisiello - 4 aprile 2016
01.01.2020
URA teatro (Lecce)
GRAMSCI
Antonio detto Nino
di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno
con Fabrizio Saccomanno
collaborazione artistica Fabrizio Pugliese
consulenza scientifica Maria Luisa Righi, Fondazione Gramsci
con la collaborazione di Carcere di Turi (Bari
Gramsci Antonio detto Nino racconta frammenti della vita di uno degli uomini più preziosi del Novecento.
Vita assolutamente privata: sullo sfondo, e solo sullo sfondo, il tormentoso rapporto con il PCI e l'internazionale socialista, le incomprensioni con Togliatti e Stalin. E l'ombra di Benito Mussolini.
In primo piano invece la feroce sofferenza di un uomo che il fascismo vuole spezzare scientificamente, che vive una disperata solitudine, e in dieci anni di prigionia, giorno dopo giorno, si spegne nel dolore e nell'assenza delle persone che ama: la moglie Julka, i figli Delio e Giuliano. Il primo lo ha visto piccolissimo, il secondo non lo ha nemmeno mai conosciuto.
Proprio le bellissime lettere ai suoi figli sono state il punto di partenza: tenerissime epistole a Delio e Giuliano, ai quali Gramsci scrive senza mai nominare il carcere e la sua condizioni fisica e psichica, dando il meglio di sé come uomo genitore e pedagogo. Ma accanto a queste, le lettere di un figlio devoto a una madre anziana che lo aspetta in Sardegna e non capisce. Le lettere di un fratello. Di un marito.
Il corpus delle lettere di Antonio Gramsci ai familiari è un capolavoro di umanità, etica, onestà spirituale e sofferenza, un romanzo nel romanzo, che apre a pensieri, dubbi, misteri che raccontare in teatro è avventura
...ero un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata, e i combattenti non possono e non devono essere compianti, quando essi hanno lottato non perché costretti, ma perché così hanno essi stessi voluto consapevolmente. (Antonio Gramsci)
durata: 75 minuti
tecnica utilizzata: teatro d’attore
età consigliata: dai 14 anni

Finale di Partita di Samuel Beckett
Teatro Paisiello - 5-6 aprile 2016
Officina Dinamo ( Roma)
FINALE DI PARTITA
di Samuel Beckett
con Roberto Negri e Vito Latorre
regia Roberto Negri
scene e costumi Rossella Ramunni e Davide Sciascia
aiuto regia Alice Mele
assistente alla regia Gabriella Altomare
organizzazione Flavia Ferranti
Samuel Beckett propone nelle sue opere atmosfere che ci consentono sempre di riconoscere i tratti significativi dell’autore e le peculiarità del suo stile.
L’attesa, l’ineluttabilità, l’indefinitezza sono caratteri salienti dell’universo onirico di questo maestro che riesce sempre a toccare delle zone dell’animo umano così profonde da rendere incredibilmente attuale e viva la potenza emozionale dei suoi personaggi, a cavallo tra sogno e realtà, vita e morte, passione e depressione. Termini che ci riconducono alla quotidianità, ma allo stesso tempo aprono scorci di liberazione nella fantasia e nella pazzia creativa.
L’essenzialità e la sintesi sono i parametri scelti per affrontare con il giusto spirito la sfida di trasmettere la gioia, la follia, la dolente ironia che attraversa le pagine di questo testo. Per riuscire insieme al pubblico a danzare sulle miserie della vita …
Prima danzare, poi pensare. E’ questo l’ordine naturale delle cose.
(Samuel Beckett)
Hamm e Clov, due maschere archetipiche, due esseri catapultati nel nulla cosmico, nella solitudine di un mondo grigio e deserto (li avevamo già incontrati, erano Pozzo e Lucky di “Aspettando Godot”), immutabili nel conflitto servo/padrone, padre/figlio, martello/chiodo. Scelgono l’unica forma di salvezza: il gioco. E tra tutti, il più antico dei giochi: il teatro.
Fingono di essere altrove e, ormai stanchi di attendere il Dio Godot, creano essi stessi i propri universi. Il potere evocativo delle parole supera i limiti della segregazione e dell’isolamento e poi dello spazio e del tempo. Consapevoli che per ogni partita “la fine è nel principio eppure si continua”, sondano le profondità dell’anima con curiosità di clown, per scoprire che vale la pena soltanto GIOCARE…
Bambini sempre, fino alla fine dei giochi.
Non c’è niente di più comico dell’infelicità. Questa frase di “Finale di partita” è, per sua stessa dichiarazione, la sintesi del pensiero di Beckett sul teatro, sulla vita.
durata: 70 minuti
tecnica utilizzata: teatro d’attore
età consigliata: dai 14 anni

Amore e Psiche
Teatro Paisiello - 18 aprile 2016
01.01.2020
Compagnia Burambò (Foggia)
AMORE E PSICHE
di e con Daria Paoletta
L'ultimo allestimento teatrale della Compagnia Burambò è tratto da 'Amore e Psiche' di Apuleio. Una storia che racconta un amore travagliato e ostacolato dalla diversità dei due amati: Amore è un Dio mentre Psiche è una mortale, ma bella come una Dea.
Una saga di personaggi che dividono l'Olimpo dalla Terra, le divinità dai mortali, per scoprire che non c'è poi tanta differenza, gli uni assomigliano agli altri.
L'attrice Daria Paoletta riscrive il mito di Amore e Psiche, adattando la narrazione al mestiere dell'attore.
Una scena nuda che prende vita attraverso la forza del linguaggio vocale e corporeo, tali da creare ambientazioni e condividere suggestioni. Il tentativo è di condurre il pubblico in un mondo immaginifico e, attraverso l'arte teatrale, ritrovare se stessi.
durata: 60 minuti
tecnica utilizzata: teatro d’attore
età consigliata: dagli 11 anni

Capatosta
Teatro Paisiello - 19-20 aprile 2016
01.01.2020
Crest – Teatri Abitati (Taranto)
CAPATOSTA
scritto da Gaetano Colella
regia Enrico Messina
con Gaetano Colella e Andrea Simonetti
composizione sonora Mirko Lodedo scene Massimo Staich
disegno luci Fausto Bonvini datore luci Vito Marra
foto di scena Marco Caselli Nirmal
in collaborazione con Armamaxa teatro
vincitore bando Storie di Lavoro 2015
Siamo nello stabilimento più grande d’Europa, l’Ilva.
Siamo in uno dei tanti reparti giganteschi della fabbrica, Acciaieria 1 reparto RH.
Qui l’acciaio fuso transita per raggiungere il reparto della colata e gli operai sono chiamati a controllare la qualità della miscela.
La temperatura è di 1600 gradi centigradi.
Due operai sul posto di lavoro.
Il primo è un veterano, venti anni di servizio alle spalle e un carattere prepotente, di chi si è lavorato la vita ai fianchi e il poco che ha lo difende coi denti, compreso il suo piccolo desiderio: fuggire da Taranto, coi suoi figli, per non tornarci più.
Il secondo è una matricola, un giovane di venticinque anni appena assunto nello
stabilimento. I due potrebbero essere padre e figlio.
In questo stabilimento dal 1962 ci sono generazioni di operai che si avvicendano, si confrontano, si scontrano e si uniscono. I padri hanno fatto posto ai figli e ai nipoti senza che nulla sia intervenuto a modificare questo flusso di forza lavoro.
Si sono tramandati saperi ed esperienze così come usi e abusi, leggi tacite e modi di fare. Sembra che in questo scenario nulla sia destinato a mutare, che i figli
erediteranno fatica e privilegi dei padri. Ma è davvero così?
Nuova drammaturgia, teatro civile… etichette possibili per una urgenza che non vuole essere chiusa o bollata con un’etichetta, ma vuole essere un prendere parola, restituire un sentimento di dolore e di impotenza insieme, condividendolo con una città e non solo, come solo il teatro può fare.
Solo i gesti, i volti, le voci di attori possono riuscire a raccontare il sangue di una città ferita e divisa. Oltre l’informazione.
durata: 60 minuti
tecnica utilizzata: teatro d’attore
età consigliata: dai 13 anni