Il Teatro Forma di Bari si è popolato di fate, elfi, ed intrighi amorosi…
L’allestimento dal gruppo salentino Factory Compagnia Transadriatica, nato come associazione culturale nel 2009, che tra le attività prevalenti promuove spettacoli di cooperazione internazionale, mette insieme nove interpreti provenienti da diversi paesi, in uno speciale progetto che include Regioni Puglia, Abruzzo, e paesi dei Balcani, con il sostegno del progetto Teatri Abitati – una rete del contemporaneo e di Terrammare Teatro.
Così la pièce shakespeariana, fatta di amori e beffe, nel bosco di Oberon e Titania, re e regina delle fate, che con magici sortilegi indirizzano le vicende sentimentali di Demetrio, Lisandro, Ermia ed Elena, diventa una strampalata e bizzarra composizione, in cui i sentimenti si tramutano in canzoni, vecchi successi degli anni Sessanta, da Rita Pavone a Paul Anka, ed il linguaggio si confonde tra la lingua italiana a quelle di ascendenza slava.
La scena, priva di arredi, si illumina prima di luce fioca proveniente da fili di led uniti come fossero un tendaggio che separa il retro del palco dal proscenio, poi la luminosità diffusa anima i gesti meccanici e burattineschi ripetuti continuamente dai protagonisti: abbigliati in bianco e nero gli abitanti del mondo terreno, eccentrici e iridescenti verdi, fuxia, gialli e azzurri, le curiose creature della magica foresta.
L’originale adattamento registico, opera di Tonio De Nitto, si avvale anche della complicità di tre spettatori, che ignari vengono catapultati sul palco a vestire i panni di personaggi improvvisati, partecipando alla creazione di un linguaggio creativo che sfrutta l’elemento del gioco, talvolta inciampando in un facile intrattenimento.
Tra siparietti musicali e atmosfere strampalate, lo spettacolo prosegue con scelte stilistiche appuntabili come, lo spiritello monello intontito che non proferisce parola, la regina delle fate che pronuncia frasi incomprensibili, ma vanta anche punti di forza, Bottom dalla parlantina incessante e dalla presenza energica e divertente, capace di creare ilarità semplicemente entrando in scena, distraendo il capocomico, tubando con Titania, o suicidandosi con spade inesistenti create dal suo immaginario, o un gruppo di colorate comari che ricordano le personalità dei “cartoonus characterus” degli Animaniacs.