"Io non sopporto niente e nessuno..."
“Io non sopporto niente e nessuno, nemmeno Spoon River”
Laboratorio teatrale “Io ci provo” Casa Circondariale di Lecce – Borgo S. Nicola
Ritrovo ore 15:00.
I rituali d’ingresso in un carcere procurano angoscia.
Si rimane sospesi in un tempo lento, ci si spoglia di tutti gli orpelli fisici: cellulare, chiavi, portafoglio, borsetta, ecc, e mentali: stereotipi, cliché, schemi supponenti, si avverte gli scricchiolii degli argini del proprio sistema di difesa.
Improvvisamente la relazione con il tuo vicino è più silenziosa, le parole si fanno lievi come in chiesa.
Consegna del documento e attesa del pulmino che ci porterà nel luogo della rappresentazione.
Il carcere è un contenitore di significati crudi, spogli, denudati, come carne viva esposta al sole, vedi tutte le imperfezioni del pensiero complesso, non puoi che attingere ad un pensiero radicale, antitetico: dentro/fuori, amico/nemico, vivere/morire, colpevole/ innocente.
Ore 16:15 le guardie carcerarie si dispongono lungo il perimetro della sala che ospiterà la rappresentazione teatrale, né conto una ventina.
Il potere attraversa in modo così capillare e profondo l’esistenza degli uomini da affacciarsi in una folla sterminata di rappresentazioni dello spirito umano.
Ore 16:30 la scena si apre: dodici detenuti disposti in semicerchio vestiti di nero. Una serie di movimenti sono il preludio all’esposizione a turno di una serie di monologhi. Ognuno recita un testo che s’intreccia semanticamente e mimeticamente con la propria biografia, un quadro impressionista, in cui non tutte le pennellate (viste da vicino) sono aggraziate e coerenti, ma che acquistano senso nell’insieme del paesaggio.
Qualcosa è cambiato: rappresento il sé possibile, intravedo il sé reale.
Nella sua partita contro il bene, il male parte sempre con un netto vantaggio perché, avendo molta più confidenza del suo avversario con la fragilità dell’uomo, è più capace di volgerla a proprio favore. Il bene, invece, è così concentrato sullo scarto esistente tra la purezza esemplare del dover essere e le imperfezioni dell’essere, che finisce per sapere ben poco della debolezza dell’uomo e tale disattenzione lo conduce a giudizi sommari e spesso ingiusti.
Il progetto “IO CI PROVO” è un laboratorio/percorso di teatro sociale rivolto ai detenuti della sezione maschile della Casa Circondariale Borgo S. Nicola di Lecce a cura di Paola Leone e Antonio Miccoli: “il progetto “io ci provo” nasce dall’esigenza di intervenire in quei luoghi degradati e con quelle persone che non hanno mai avuto l’opportunità di scoprire “il fuori che ti cambia dentro”; il teatro che crea la condizione necessaria per una possibile trasformazione individuale e collettiva”.