“Tra farsa e pop riesce lo spettacolo di Factory compagnia. E i Capuleti fanno politica…”
Dal “periferico” TaTà al centro del teatro. In quel mondo dove tutto può essere“gioco, capriccio, ritmo, fino a prova contraria, fino al sangue versato, fino alla colpa della soppressione dell’infanzia e dell’adolescenza” scriveFrancesco Niccolini, che ha adattato in versione tragicomica e tradotto in rima(come nello scritto originale) Romeo e Giulietta. Lo spettacolo andato in scena sabato scorso per il cartellone “Periferie4” del Crest ha contagiato il pubblico. Merito di un impianto drammaturgico vitale, firmato Factory compagnia, che unisce attori provenienti da quattro sodalizi leccesi: Nasca Teatri di terra, Principio Attivo teatro, Induma Teatro e Factory.
“Romeo e Giulietta” è chiedersi quanto i genitori amino veramente i figli, quanto possano capirli, quanto invece non imparino a farlo troppo tardi” scrive il regista Tonio De Nitto. Il pensiero lo ha ribadito nell’incontro con il pubblico seguente alla messinscena. Il rituale promosso dal Crest continua a funzionare, perché la gente ama il confronto con gli attori. Con interpreti come Lea Barletti, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Filippo Paolasini, Luca Pastore e Fabio Tinella, che hanno costruito e fatto risplendere l’opera di Shakespeare da prima dello spettacolo (l’assistente alla regia è la tarantina Paola Leone), immergendosi nel pubblico, offrendo segnidella tragedia in stile farsesco. Un esempio è la figurina elettorale dispensata da un membro dei Capuleti per le elezioni comunali di Verona. La trovata satirica anticipa una delle fondamenta dello spettacolo, che s’immerge nell’opera colorandola e rendendola appetibile per il pubblico. Riuscita la scenografia, caratterizzata dalle luminarie firmate Cesario De Cagna. Sotto le popolari impalcature scorre la storia dell’odio cieco di due casati nemici, che ruota attorno all’amore adolescenziale di Romeo e Giulietta, il cui rapporto fa venir fuori la gestione irrequieta della famiglia, tanto da spingere un padre ad etichettare la propria figlia come “puttana”. La giovane simbolo dell’amore nel mondo si crogiola tra le visioni sentimentali (accompagnate da tracce musicali pop come Creep dei Radiohead) del ragazzotto della famiglia nemica. Il fatto farà saltare il piano del cuore, schizzando veleno che seminerà il rimpianto nei genitori.