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(H)AMLETO visto da Alessandro Toppi su Hystrio n.4 2023

Sia chiaro, nessuna riduzione buona per un accogliente esercizio di teatro sociale: De Nitto e Tinella mettono in gioco William Shakespeare seriamente. A modo loro. Creando il dissidio tra l’uno e tutti gli altri (la passione che Factory ha per i brutti anatroccoli), alternando una cattiveria fanciullesca (lo zio assassino in bicicletta) alla comicità più spinta (i becchini), mostrando attimi di tenerezza (Amleto quando poggia la testa sulla spalla di Ofelia), giocando con la follia recitata (il naso rosso da clown) e facendo risuonare un carillon, emblema dell’amore di De Nitto per le giostre e i ninnoli. Ma quel che davvero sorprende stavolta è la drammaturgia. Il testo di Fabrizio Tana è incredibile. Fatto di centinaia di messaggi WhatsApp, non è un adattamento ma un’adesione ricreativa che sfiora l’identificazione assoluta: Tana è Amleto e ne assume già in scrittura il punto di vista, gli umori, le spinte, la rabbia. Il risultato è un andamento linguistico che distorce e riplasma le frasi e le parole rivelandole. Da segnalare infine le luci di Arsenio che colorano a tinte forti (come usasse l’evidenziatore più che i pastelli) il dramma. 

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