(H)AMLETO visto da Mauro Marino su Spagine
Una materia creaturale che si manifesta nel buio di una scena densa di voci e di colori. Possiamo azzardare una scena “sanamente Beniana” nel suo intreccio narrativo ma soprattutto per le vette poetiche che raggiunge. Un testo straordinario, fatto di versi “dettati” dal protagonista Fabrizio-Amleto, «prima al cellulare poi elaborati in lettere e messi in ordine per tessere la drammaturgia», racconta Tonio De Nitto curatore con Fabio Tinella e Carmen Ines Tarantino dell’Atto.
Versi, dove la ripetizione delle parole diventa canto, una sequela dedicata alla man- canza, del Padre e dell’Amore. Non credo che Fabrizio abbia mai letto o ascolta- to i versi e le letture di Mariangela Gualtieri, nella sua poesia c’è quella vibrazione, quell’invocare, lo stesso incedere, lo stesso inciampare, le stesse esitazioni, la stessa desolazione e la stessa speranza.
C’è tutto e c’è molto altro se ci si abbandona all’ascolto: c’è la vita e soprattutto l’ordinarietà del “tradimento” che forse tutti oggi scontiamo... Quel “perduto amor” che tutti piangiamo!
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