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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di William Shakespeare

 

con Angela De Gaetano, Chiara De Pascalis, Enrico Di Giambattista, Nikola Krneta, Milivoje Lakic, Ana Mulanovic, Luca Pastore, Andrea Simonetti, Fabio Tinella

 

luci di Davide Arsenio

costumi di Stefania Miscuglio

elementi di scena Francesca Carallo

adattamento e regia di Tonio De Nitto

 

produzione Factory compagnia transadriatica con il sostegno di Teatri Abitati, Terrammare Teatro

Questo sogno è come un grande cartoon, dove gesti meccanici e burattineschi si ripetono di continuo lasciando che gli attori li facciano credere ogni volta unici. Nel delicato intreccio, sei personaggi rincorrono l'amore, lo confondono e giocano sotto un influsso magico. Ma che cos'è l'amore se non un incantesimo capriccioso?

E poi ci sono strane apparizioni, creature indefinibili, siparietti musicali ed improbabili attori alle prese con un'altra tragicomica commedia.

 

Tutto questo è un sogno.  

Ce ne è abbastanza per far emergere tutta l'ambiguità del testo shakespeariano, l'amore si, quello giovane e spassionato, amoroso.

 

La lingua shakespeariana è attraversata dalle molte lingue che compongono lo spettacolo che, senza mai far perdere il filo, giocano a restituire i differenti piani dell’azione: la spigolosità del serbocroato per le schermaglie di Oberon e Titania, l’improbabile inglese usato ogni tanto come lingua comune e inflazionata, il continuo gioco di cambi e scambi degli amanti che sotto influsso magico perdono e scambiano anche la propria connotazione linguistica, la musica stessa e le canzoni si sostituiscono in più di una scena all’originale drammaturgia di Shakespeare.

 

Lo spettacolo è stato scelto per inaugurare la vetrina Puglia in scena nell’ottobre 2011 presso il Teatro Elfo Puccini di Milano.

È un gioco questo Sogno, che fa uso di contaminazioni e rimandi, enucleandosi come un gioioso divertissement, un compiuto tentativo di giocare col Bardo stando alle regole del Bardo, cui s’aggiunge declinazione personale, fantasia scenica plurilinguistica e visiva; a poco della struttura drammaturgica originale rinuncia questo Sogno, molto mettendoci in aggiunta, di testo e di rielaborazione scenica.  (..) Funziona e funziona bene, questo Sogno, gioioso e giocoso, colorato e musicato, giostra e sarabanda che con l’apparenza guizzante delle ombre saetta negli sguardi di chi vi assiste, regalando quel che un sogno deve regalare: l’illusione d’aver vissuto qualcosa di reale. Perché un sogno è un sogno, e l’illusione è nella visione di chi di quel sogno s’appropria. Visione che ha nell’applauso la giusta ricompensa.

Michele di Donato, ilpickwick.it  20.1.15

Il sogno di De Nitto e la sua compagnia entusiasma perché costruito alleggerendo la pomposità di una partitura meravigliosa ma improponibile con assoluta fedeltà, ridisegnandone tracce e trame senza stravolgere, poggiandosi su fondamenta solide ma esaltandone contesti e contenuti in chiave contemporanea; perché gli attori si cimentano in un gran lavoro fisico e grammatico risultando ognuno mattatore; perché l’istrionismo appartiene anche alla guida registica… 

Emilio Nigro su rumorscena.com  del 26.01.15

Factory, diretta dal trentenne salentino Tonio De Nitto, che almeno gronda freschezza da tutti i pori e mostra una sapienza scenica maturata da De Nitto anche grazie a una lunga esperienza come organizzatore teatrale. Un lavoro che riesce a coniugare - senza far danni - Shakespeare alle canzoni di Rita Pavone, una versione in un technicolor che potrebbe sapere di fumetto ma che in due ore filate non annoia mai, portando così il Sogno a compimento. 

Nicola Viesti, 

Hystrio

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